Un'altra Napoli in testa

Domenica sera ,alla trasmissione “Controcampo” andata in onda su “Italia Uno” si è consumato un altro atto di attacco razzista nei confronti di Napoli e dei napoletani…
Il primo fu rappresentato da un servizio di Gherarducci a “Studio Sport” (“sempre Italia Uno”) che faceva della facile ironia sulle precarie condizioni di Napoli sommersa dalla spazzatura, in un servizio demonizzante nei confronti della campagna acquisti del Napoli calcio.

Artefice del secondo servizio è stato invece Giacomo Valenti che in un continuo gioco di parallelismi, che ritraevano il tifoso del nord e quello napoletano, ha evidenziato in alcune immagini riprese allo stadio, messe in sequenza preordinata, differenze per eleganza, correttezza, stile ironizzando in modo marcato la mancanza di ordine allo stadio e le differenze tra i napoletani ed i settentrionali.

La nostra petizione non sarà esposta contro Gherarducci e Valenti, in quanto, non possiamo mica prendercela con gli autori del servizio che per incompetenza o superficialità , adoperando una facile ironia e ricorrendo ai più antichi stereotipi hanno cercato di attirare le attenzioni del momento.

Ma la nostra protesta è contro Italia Uno che, seppur rete privata, offre un servizio pubblico ed in quanto tale deve rispettare e non denigrare alcun tipo di persona, città o regione per i suoi scopi economici, per attrarre l’ attenzione e far incrementare gli ascolti.

Non ci interessano più le scuse private degli autori dei servizi diffamanti, perché questi si ricordano e si rendono pubblici, le scuse,invece, vengono inviate personalmente tramite e-mail(STUDIO SPORT DOCET); noi esigiamo, pertanto, le scuse ufficiali della rete rese visibili in maniera pubblica e manifesta.

Difendiamo la nostra città e facciamo capire a chi ci ingiuria che accanto alla Napoli della camorra, dell’ emergenza rifiuti e della pizza e del mandolino esiste un’ altra Napoli, fatta da persone serie, concrete, che rispettano e intendono essere rispettate.

Associazione “Oltre il velo di Maya”