#Human Rights
Target:
Al Presidente della Repubblica
Region:
Italy

L'Italia partecipa alla guerra in Afghanistan dal febbraio 2003 ufficialmente in “missione di pace”. Ma è davvero così ? Quelle degli americani e quelle degli italiani avrebbero dovuto essere missioni rigorosamente separate, con mandati, metodi e finalità molto diverse se davvero l'Italia fosse in “missione di pace”.

E invece a Bala Murghabad, ad esempio , i primi soldati italiani che vi arrivarono, nell'agosto 2008, dovettero combattere per settimane prima di poter consolidare la base "Columbus". I fanti aeromobili del 66° reggimento, affiancati da truppe afghane e americane vennero bersagliati con razzi e mortai dalle postazioni talebane sulle alture. I combattimenti più intensi li affrontarono poi i parà del 183° reggimento Nembo che uccisero centinai di miliziani inclusi decine di combattenti stranieri di al-Qaeda. Dal maggio 2009 gli italiani presidiano (insieme agli statunitensi) le provincie di Farah e di Baghdismille e hanno cominciato a muoversi per riprendere il controllo del territorio. Da allora, attacchi e scontri si sono moltiplicati quasi uno al giorno e sono stati e verranno ancora inviati rinforzi: nuovi operativi, nuovi blindati, nuovi elicotteri. Fortini avanzati vengono edificati dagli americani in tutta l'area di Farah, spesso a pochi chilometri da quelli dei nostri parà in modo da garantire appoggio reciproco in caso di attacco.

Tremila soldati: di questi, 1.300 in prima linea - il triplo di operativi rispetto alla spedizione del governo Prodi - forze combattenti a diretto contatto con i talebani con la missione, ad alto rischio, di sbarrare la strada ai talebani che dalla regione di Kandahar si muovono per sfuggire alle offensive americane. Anche gli alpini della Taurinense hanno dovuto affrontare le insidie tipiche di una guerra: la minaccia degli ordigni improvvisati, disseminati in tutto l'Afghanistan, come quello che ha ucciso il sergente Massimiliano Ramadù e il Primo caporalmaggiore maggiore Luigi Pascazio, solo gli ultimi in ordine di tempo delle vittime italiane - siamo già a 27 - di questa guerra.

Perché è in guerra che siamo, l'Italia partecipa a una guerra nonostante la nostra costituzione lo vieti, dire che siamo in missione di pace è solo un enorme falsità. E in guerra si muore. Dall'invasione dell'Afghanistan nel 2001 fino al 2009 secondo Peace Reporter la guerra ha causato la morte 42.500 afgani di cui ben 11mila civili (7.500 vittime delle truppe d'occupazione e 3.500 degli attacchi talebani) cui vanno aggiunti 6mila soldati e agenti di polizia e 25mila guerriglieri. E ancora 1.350 soldati Usa e Nato.

E se ciò non bastasse Human Rights Watch, il gruppo per i diritti umani con sede negli Stati Uniti, denuncia gravissime violazioni delle leggi internazionali sui diritti dell'uomo da parte dei nostri alleati americani: arresti arbitrari di civili, brutali rastrellamenti dei villaggi, violenze e abusi sulle donne, bombardamenti che colpiscono indiscriminatamente la popolazione, torture e uccisioni di detenuti, cui è negata l’assistenza legale nelle strutture di detenzione. Siamo in guerra e i nostri soldati muoiono. Siamo in guerra e i nostri soldati uccidono. Siamo in guerra e i nostri alleati fanno strage di civili e commettono abusi contro i diritti umani.

In nome di cosa ? Perché siamo ancora in Afghanistan nonostante tutto ciò ? Per soddisfare le manie, coperte dallo spauracchio del terrorismo, di un ministro guerrafondaio e di un premier megalomane che vogliono a tutti i costi farci figurare al fianco delle più grandi potenze militari del mondo ? Siamo in guerra e la nostra Costituzione non lo ammette. Neanche noi lo ammettiamo, non vogliamo essere complici e se anche voi siete indignati quanto noi unitevi! Chiediamo tutti assieme con forza il ritiro dei nostri militari dall'Afghanistan!

Collettivo Nuova Sinistra

Egregio Signor Presidente,

Le rivolgiamo, in quanto Capo Supremo delle Forze Armate e nella sua funzione di Garante della Costituzione, un appello a nome di tutti coloro che credono profondamente nel grande valore ideale che i Padri Costituenti hanno saputo infondere nell'art. 11 del nostro Testo. Il valore della tutela della Pace come supremo bene e del ripudio della guerra per qualunque fine, fatta eccezione ovviamente per quelli di difesa del Territorio. Abbiamo osservato con preoccupazione nel corso degli ultimi anni il numero sempre crescente di missioni alle quali i militari Italiani sono chiamati a partecipare: missioni che sono qualificate quasi sempre “di pace”, ma che invece hanno fatto spesso seguito ad azioni invasive e condotte con l'uso della forza bellica dalla classe dirigente di un paese alleato. Non si può non vedere una grande contraddizione nel fatto che buona parte dell'opinione pubblica internazionale abbia espresso un netto rifiuto nei confronti di una dissennata politica estera che pretende di esportare la democrazia con l'uso delle armi, e che nonostante questo gli eserciti alleati, compreso il nostro, siano ancora impegnati in azioni di guerra. Non è possibile tollerare che una vera guerra, lunga e difficile, venga diplomaticamente chiamata “missione di pace”.

Non possiamo sopportare oltre che il dettato dell'art.11, contenente l'esplicito rifiuto dell'uso della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, venga distorto e piegato a futili esigenze di rispetto di documenti assai meno importanti, come i trattati internazionali: la Costituzione è la linea guida di un Paese, ed ogni accordo con altri Paesi non può che avere un peso relativo, al confronto. Non possiamo assistere alla continua decimazione dei militari e dei civili presenti sui campi di battaglia Afghani, ed all'enorme dispendio di denaro pubblico necessario per la prosecuzione della missione; vero e proprio insulto, in un momento di grave crisi economica.

I firmatari di questa petizione Le chiedono pertanto di adoperarsi, in virtù dei suoi poteri e delle sue prerogative, al fine di ottenere un immediato rientro dei nostri militari impegnati su ogni fronte di guerra ed il futuro assoluto rispetto del dettato dell'art. 11, con il conseguente rifiuto da parte del nostro Paese a partecipare ad ogni azione che non sia puramente umanitaria e di assistenza a popolazioni in difficoltà.

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The Difendiamo l'Art.11 della Costituzione: ritiriamo le truppe dall'Afghanistan! petition to Al Presidente della Repubblica was written by Collettivo Nuova Sinistra and is in the category Human Rights at GoPetition.