#Law Reform
Target:
Presidente del Consiglio M. Renzi, Ministro Mibact D. Franceschini, Ministro Miur S. Giannini
Region:
Europe
Website:
www.orarestauratorisaf.it

Diritti negati e denari sprecati. Ecco il duplice - ma ancora evitabile - danno che l’Italia fa a se stessa e al proprio patrimonio artistico culturale, per una posizione di stallo assunta dalle Istituzioni statali (Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e Ministero dell'Istruzione e dell'Università), che sfuggono al dovere di riconoscere proprio ai restauratori formati nelle loro prestigiosissime Scuole (Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, Opificio delle Pietre Dure), l'equipollenza tra il loro diploma e quello di laurea magistrale in restauro, che attualmente viene rilasciato dalle Università.

Tra questi professionisti del restauro abbiamo nomi famosi in tutto il mondo, che hanno contribuito nel corso dell’esistenza degli stessi Istituti allo sviluppo della ricerca, dando così un rilevante apporto alla definizione del lavoro interdisciplinare e alla sua crescita, nonché alla formazione delle successive generazioni; tutto ciò ha portato inevitabilmente ad identificare proprio in quei nomi la stessa garanzia di qualità degli Istituti di appartenenza, contribuendo a renderli l’eccellenza di cui oggi il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo - per non dire l'Italia tutta - giustamente porta vanto per le competenze in materia di conservazione dei beni culturali dimostrate in tutto il mondo.

La questione si trascina da diversi anni, ma ora ha assunto toni che hanno del paradossale.

L'equipollenza del diploma rilasciato dalle Scuole di restauro del Ministero è stata recentemente riconosciuta esclusivamente agli allievi di ultimissima generazione, grazie ad un accordo tra il Ministero dei Beni Culturali ed il Ministero dell’Università e Ricerca. L’Università infatti da pochi anni è obbligata a strutturare l’insegnamento del restauro sul modello delle Scuole del Ministero dei Beni Culturali, che non a caso vengono qualificate dalla normativa come Scuole di Alta Formazione (S.A.F.); ma a loro volta tali storiche Scuole contestualmente devono essere abilitate a insegnare il restauro accreditandosi con parametri universitari. Ecco il primo elemento paradossale.

L’eccellenza dei diplomati delle S.A.F. è da più di 70 anni uno dei motivi di orgoglio del nostro Paese, tanto che il Ministro dei Beni Culturali Franceschini, annunciando l’affidamento all’Italia del ruolo di “caschi blu” del patrimonio culturale da parte dell’ONU, ha reclutato gli specialisti di riferimento esclusivamente fra docenti e diplomati proprio dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e dell'Opificio delle Pietre Dure.

Eppure l’attuale stravolgimento dell’impianto normativo, che era stato definito nel 2004 con il Codice dei beni culturali e del Paesaggio, richiede persino a diplomati e docenti di questi Istituti di sottoporsi a un riesame della propria qualifica di Restauratore, al pari di chi, non avendo avuto una formazione specifica e prolungata, ma disponendo soprattutto di esperienza lavorativa guadagnata "sul campo", sarà qualificato Restauratore di Beni Culturali!

Attualmente il Ministero dei Beni Culturali sta infatti attuando le disposizioni transitorie finalizzate alla costituzione di un elenco nazionale dei Restauratori nel quale confluiranno operatori con le più svariate tipologie formative. Tuttavia, una volta conclusasi questa procedura di sanatoria, l’accesso alla professione sarà esclusivamente connesso al possesso del titolo di studio di livello universitario. Ecco dunque il secondo paradosso.

Il diniego del riconoscimento di effettiva equipollenza del diploma fino ad oggi conseguito presso l'Opificio delle Pietre Dure (operante dal 1975), presso l'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (istituito nel 1939), è anche uno spreco di denaro pubblico, perché in tali Scuole il costo che lo Stato sostiene in media per formare ogni singolo restauratore è di oltre 250.000 euro, tale è l'investimento in docenti, attrezzature, durata della didattica teorica e pratica.

Eppure lo stesso Stato - ed ecco il terzo paradosso - avendo stravolto nei fatti la normativa del 2004, sta ora inspiegabilmente depotenziando le figure professionali della conservazione di beni culturali formate nelle sue prestigiose Scuole, da sempre universalmente ritenute tra le migliori al mondo, negando ad esse:
✓ la validazione di un percorso formativo che ha comportato esami d’ammissione da parte di commissioni statali severi e selettivi all’ingresso e, in uscita, la discussione di una tesi di diploma, con carattere di ricerca teorico-metodologica e tecnico-operativa;
✓ l’esercizio professionale di prerogative tipiche dei possessori di laurea magistrale, quali l’insegnamento di ruolo nelle Università - escludendoli di fatto dalla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) del MiUR - e l’ammissione a concorsi pubblici (laddove il requisito è richiesto), la partecipazione a protocolli di ricerca, la conduzione di progetti nell'ambito e per conto della committenza pubblica, ecc.;
✓ l’approfondimento delle competenze professionali a livelli superiori di formazione e aggiornamento con master universitari post-lauream e l'acquisizione di ulteriori crediti formativi, come peraltro esige la normativa statale, che impone l’aggiornamento costante di chi esercita professioni regolamentate;
✓ un riconoscimento adeguato (livello 8) nel sistema europeo di classificazione delle professioni (EQF), in ragione dell'altissimo numero dei crediti conseguiti durante il percorso formativo nelle S.A.F., a tutti coloro che si sono diplomati prima del loro adeguamento ai normali parametri universitari.

A un ulteriore paradosso si potrebbe assistere qualora le gare d’appalto per restauri significativi nel nostro Paese risultassero precluse ai restauratori italiani, seppur di specialissima formazione teorico-metodologica e tecnico-operativa, e assegnate a restauratori stranieri, in virtù di un inquadramento di livello superiore di EQF operato dai propri Governi nazionali, rispetto a quello nel quale stanno per venire collocati i migliori restauratori italiani.

Il mancato riconoscimento del massimo titolo formativo conseguibile nell'ordinamento italiano a questi professionisti, nel negare - di fatto - il raggiungimento di una formazione di livello universitario, svuota di senso l'ingente investimento pubblico, configurando un autentico spreco.

E' DUNQUE DAVVERO RILEVANTE IL DANNO ARRECATO ALLO STATO E ALL’INTERO POPOLO ITALIANO, DALLA DEQUALIFICAZIONE DI FIGURE PROFESSIONALI ESSENZIALI PER IL RICONOSCIMENTO E PER LA BUONA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E STORICO ITALIANO, DI PROPRIETÀ PUBBLICA O PRIVATA, MA MORALMENTE APPARTENENTE A TUTTI GLI ITALIANI, COME RICONOSCE L'ART. 9 DELLA COSTITUZIONE.

Ciò premesso:

I sottoscrittori della presente petizione chiedono pertanto al Parlamento e al Governo italiano, nelle persone del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini e del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini quanto di rispettiva competenza:

- di riconoscere il diploma conseguito nelle prestigiose Scuole italiane di restauro statali come equipollente alla laurea magistrale a TUTTI I RESTAURATORI in esse formatisi, in applicazione dell’art.29, comma 9 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D.lgs 42/2004), superando le eventuali ambiguità presenti nei regolamenti attuativi e quelle derivate dalla legge cosiddetta della "Buona Scuola", nonché dalla erronea interpretazione delle disposizioni normative in materia;

- di collocare i diplomati delle S.A.F. per il restauro di beni culturali nel livello 8 di EQF (inquadramento europeo delle qualificazioni professionali), assicurando adeguato riconoscimento alla loro specialissima formazione teorico-metodologica e tecnico-operativa;

- di collocare i medesimi diplomati - contestualmente all’adeguato inquadramento EQF - in un elenco specifico denominato “Conservatore e Restauratore di Beni Culturali” da custodirsi presso il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo o da costituirsi sotto forma di albo, ordine o collegio a salvaguardia dell’alto profilo del Conservatore e Restauratore di Beni Culturali, come GARANZIA PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO DI PROPRIETÀ DELLO STATO E DI TUTTI GLI ITALIANI.

ENGLISH, ESPANOL, DEUTSCH, FRNCAISE TRANSLATION: https://www.dropbox.com/sh/n760svfr6ugxeel/AAD9_QiHCITWWiBTFnlO7xI0a?dl=0

AUTORI:

ORGANIZZAZIONE RESTAURATORI ALTA-FORMAZIONE
ITALIA NOSTRA ONLUS

PROMOTORI:

ORA – ORGANIZZAZIONE RESTAURATORI ALTA-FORMAZIONE
Presidente: Laura Lucioli
Vice-presidenti: Daphne De Luca; Nanni Mole’

ITALIA NOSTRA ONLUS
Presidente: Marco Parini
Vice-presidente: Pietro Petraroia

ASSOCIAZIONE GIOVANNI SECCO SUARDO
Presidente e fondatore: Lanfranco Secco Suardo

RSF – RESTAURATORI SENZA FRONTIERE
Presidente: Paolo Pastorello

ON. SERENA PELLEGRINO VICEPRESIDENTE della VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) della CAMERA DEI DEPUTATI

CRISTINA ACIDINI
PIO BALDI
AMEDEO BELLINI
BERTELLI CARLO
EVELINA BOREA
MASSIMO BRAY
DONATELLA CAVEZZALI
MARCO CIATTI
GIANLUIGI COLALUCCI
ANTONIO FORCELLINO
CARLO FRANCINI
MARIA CAROLINA GAETANI
CARLO GIANTOMASSI
FABIO GRANATA
BARBARA JATTA
ISABELLA LAPI BALLERINI
MARISA LAURENZI TABASSO.
FABRIZIO LEMME
MARCO MAGNIFICO
TOMASO MONTANARI
MASSIMO MONTELLA
COSTANZA MORA
ALESSANDRA MORELLI
PAOLO NUMERICO
EDEK OSSER
MICHELA PALAZZO
ANTONIO PAOLUCCI
ANTONIO RAVA
NATHALIE RAVANEL
LIDIA RISSOTTO
VITTORIO SGARBI
CARLA TOMASI
ROSALIA VAROLI PIAZZA
BRUNO ZANARDI
DONATELLA ZARI

The ORA BASTA! ALLARME PER IL PATRIMONIO ITALIANO DEI BENI CULTURALI: PROTEGGIAMO I RESTAURATORI ALTAMENTE FORMATI A RISCHIO D’ESTINZIONE petition to Presidente del Consiglio M. Renzi, Ministro Mibact D. Franceschini, Ministro Miur S. Giannini was written by ORA Organizzazione Restauratori Alta-formazione ITALIA NOSTRA onlus and is in the category Law Reform at GoPetition.